Le giornate più caratteristiche sono quelle che iniziano con una tristezza profonda, che radica fin giù, che esiste in sé, senza giustificazioni speciali. Una tristezza costitutiva, o istituzionale, se si vuol essere aulici. Quello che si fa o ci si accinge a fare appare non solo inutile, ma faticoso e deprimente, col vuoto di senso che pervade tutto. I segni vitali sono davvero flebili, più che altro condizionati dall’istinto.
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